Creare Post Virali: la Guida Definitiva

Creare Post Virali: la Guida Definitiva

Tra i vari argomenti in ambito web, la ricerca “creare post virali” suscita sicuramente molto interesse tra i millenial e i giovani appassionati di marketing digitale.

Infatti, molti Internet Influencer, Youtuber e Blogger sfruttano proprio le strategie di Viral Marketing per amplificare notevolmente la visibilità e la diffusione dei propri contenuti online.

Ma i maestri di questa disciplina digitale sono gli americani, in particolar modo chi “pompa” le notizie ottimizzando ogni dettaglio possibile.

Da tempo i viral blog rappresentano una categoria a sé, in quanto riescono a trasformare post e video, a volte banali, in “terremoti” dalla rilevante risonanza mediatica.

Sembrano quasi avere la magia tra le mani, la sfera di cristallo oppure semplicemente la pozione magica.

In questo post, grazie all’indagine condotta da Buzzsumo, ti rivelerò 10 degli ingredienti fondamentali per rendere un post virale.

Inoltre, ti svelerò quali sono stati i punti chiave che hanno permesso ad Upworthy di raggiungere un impressionante traguardo: 88 milioni di visite uniche nel Novembre 2013.

Ti prometto che sarà un articolo utilissimo e, per questo motivo, ti chiedo gentilmente di ringraziare la mia amica Chiara, che lo sta ospitando sul suo sito, con una condivisione su Facebook. Fidati, ne sarà davvero felicissima e lo sarai anche tu dopo averlo letto. Condividilo ora!

Grazie! 😉

Sei pronto? Cominciamo!

 

Creare post virali: 10 ingredienti essenziali

Per 8 mesi Buzzsumo ha analizzato le condivisioni sui social di più di 100 milioni di articoli.

Da questo studio sono state estrapolate informazioni molto interessanti su quelle che sono le 10 caratteristiche fondamentali che consentono di aumentare la viralizzazione dei contenuti sul web.

Vediamo quali sono.

 

#1 I contenuti lunghi ottengono più condivisioni social rispetto a quelli corti

Dalle statistiche elaborate da Buzzsumo, si può notare che più un post è lungo e più condivisioni ottiene.

Infatti gli articoli da 2000 parole in poi ottengono quasi un terzo in più delle condivisioni sui contenuti brevi.

E pensare che i post con meno di 1000 parole sono 16 volte più numerosi di quelli da 2000+ parole.

Che sia per pigrizia o per assumption sbagliate (ad esempio, credere che i contenuti più brevi siano maggiormente apprezzati), la verità è che c’è meno concorrenza sui contenuti lunghi e ciò significa che le opportunità di emergere sono molto più interessanti di quanto si possa credere.

 

#2 I post con almeno un’immagine ottengono più condivisioni su Facebook

Post con immagini aumentano il coinvolgimento del pubblico e le probabilità di essere condivisi.

I dati dimostrano che articoli contenenti almeno un’immagine ricevono il doppio delle condivisioni su Facebook rispetto a quelli solo testuali.

 

#3 I post con almeno un’immagine ottengono più condivisioni anche su Twitter

La cosa non si ferma solo a Facebook.

Anche per quanto riguarda l’altro social network famoso, Twitter, la musica rimane la stessa.

Post con almeno un’immagine, la cui thumbnail è presente nell’anteprima di condivisione su Twitter, ricevono il doppio di condivisioni sul social dei cinguettii.

 

#4 Gli articoli che suscitano allegria e divertimento prevalgono su quelli negativi

“Amici, Allegria”, diceva il caro Mike Bongiorno.

Ed è proprio il caso di ribadirlo: infatti i contenuti che generano emozioni positive quali riso, stupore, divertimento e felicità sono più ricorrenti rispetto a quelle che ispirano tristezza e rabbia, tra le condivisioni sui social.

 

#5 Liste e infografiche sono nell’olimpo della condivisione

Forse già lo sai ma le infografiche rappresentano il tipo di formato migliore per ricevere condivisioni social.

A seguire, troviamo liste, post che illustrano il perché di un dato argomento, così come quelli che spiegano il significato di qualcosa.

Stranamente, i cosiddetti articoli how-to e i video non ricevono poi, in media, così tante condivisioni rispetto agli altri formati.

 

#6 10 è il numero perfetto, non il 3

In questo caso, non è il 3 il numero perfetto.

Le liste sotto forma di elenchi composti da 10 punti (ehm, ti viene in mente qualcosa?! 😉 ) generano maggiori azioni social.

 

#7 Le fonti affidabili contano

I contenuti, che presentano un profilo dell’autore o quantomeno una firma, procurano maggiori condivisioni su Twitter, Linkedin e Google+.

Su Facebook non c’è molta differenza invece, anzi quasi per niente.

 

#8 Gli influencer sono decisivi

Potrebbe essere scontato ma meglio averne una conferma ufficiale.

Gli influencer influenzano davvero!

Secondo Buzzsumo, la condivisione di un post da parte di un Influencer produce il 31.8% in più di condivisioni social.

Ecco perché l’Influencer Marketing è uno dei trend principali nell’ambito digitale.

Che ti piaccia o meno! 😀

 

#9 Promuovere post vecchi è sempre un’ottima idea

Ebbene si, promuovere contenuti vecchi è una mossa intelligente e efficace.

Non esiste un tempo di attesa tra la pubblicazione di un articolo e la sua nuova promozione però far passare almeno una settimana potrebbe essere una best practice.

Ovviamente è fondamentale che questi contenuti siano atemporali, cioè il fattore tempo non ne pregiudica la rilevanza (come ad esempio per articoli legati ad un evento specifico).

 

#10 Martedì è il giorno migliore per pubblicare contenuti che vengano condivisi sui social

C’è poco da dire, il martedì è il giorno migliore per pubblicare contenuti e vedere massimizzate le probabilità di condivisioni sui social.

Insieme al vincente martedì, sul podio ci vanno, quasi a pari merito, il giovedì (2) ed il lunedì (3).

 

Come sfruttare il fattore virale: il caso Upworthy

Con questo decimo punto si conclude in sintesi l’analisi degli ingredienti fondamentali per rendere un post virale.

Ora vediamo come questi ed altri aspetti hanno accelerato la crescita di uno dei viral magazine più famosi, Upworthy.

Upworthy fu lanciato il 26 Marzo del 2012 come sito d’informazione su argomenti legati esclusivamente alla politica, dato che nello stesso anno erano programmate le elezioni americane.

Nonostante la convinzione dei founder che cavalcare l’onda politica avrebbe portato benefici in termini di traffico sul sito, ci si accorse rapidamente che i visitatori non erano coinvolti ed interessati all’argomento.

Un fattore importante, che ha poco a che fare con i punti precedentemente discussi, per il successo di questo viral blog americano fu quello di riconoscere di aver preso una decisione iniziale sbagliata e rischiare nel cambiare il fulcro tematico.

Molto probabilmente se non fosse stato per questa mossa strategica, non staremmo ora a parlare del suo caso di successo.

Un’altra lezione che possiamo fare nostra è comprendere che non è tanto la freschezza di un contenuto a fare la differenza quanto saper creare il giusto mix tra una storia stupefacente e inquadrarla nella giusta cornice per il pubblico target di riferimento.

Non è perciò fondamentale essere i primi a dare la notizia quanto elaborare un pezzo di qualità al momento giusto, ad esempio in corrispondenza di un evento pertinente.

Il momento di raccolta delle informazioni da parte dei curatori di Upworthy prima della content creation si basa sulla ricerca di contenuti online sui più svariati canali digitali: la propria news feed di Facebook, siti di notizie, newsletter tematiche, blog, i vari social, Quora, Vimeo, etc.

Praticamente il lavoro consisteva nel passare la giornata su Internet. Alla faccia del digital detox.

Un altro punto determinante è stato focalizzarsi su contenuti visivi e belli esteticamente, come ad esempio articoli ricchi di foto e video.

Perciò, meglio stare alla larga da articoli text-driven e blog post tradizionali.

Ma il vero segreto del successo e dell’affermazione del viral blog americano è rappresentato dai seguenti punti:

  • trovare contenuti epici, che valgano la pena di essere condivisi;
  • renderli accattivanti in modo da suscitare interesse, partendo dal creare un titolo che attiri il lettore;
  • ottimizzare l’esperienza utente per semplificare la vita ai visitatori (ad esempio, per incentivare le azioni sui social);
  • automatizzare alcune operazioni chiave, come l’invito ad iscriversi alla propria newsletter o a mettere like alla propria pagina Facebook;
  • focalizzarsi nelle condivisioni esclusivamente su Facebook perché alla fine è da lì che proviene la maggior parte del traffico web;
  • testare di continuo, avviare a/b test uno dopo l’altro e continuare ad ottimizzare tutto l’ottimizzabile;
  • fortuna, eh si, avere molta fortuna! 😀

 

Con queste strategie, in un anno dal lancio del sito, Upworthy è riuscita ad accumulare 15000 followers su Tumblr, 70000 followers su Twitter, 500000 iscritti alla mailing list e ben 1150000 fan su Facebook.

Nello specifico sono riusciti ad ottenere il loro primo milione di fan su Facebook in 331 giorni, il secondo in 105 ed il terzo in appena 92 giorni. Una crescita alquanto esponenziale.

Ovviamente in seguito i risultati sono andati solo che migliorando.

 

Creare post virali: conclusioni

Mi auguro tu abbia trovato interessate il post e che potrai applicare i consigli contenuti in esso per aumentare la visibilità dei tuoi contenuti su Internet.

Quindi, giusto per ricapitolare i punti principali dell’indagine condotta da Buzzsumo, ricordati che:

  • i contenuti lunghi ricevono più condivisioni sui social;
  • le immagini sono altrettanto fondamentali per incentivare il lettore a condividere l’articolo;
  • i contenuti che esprimono felicità sono meglio di quelli negativi, in termini di azioni sui social;
  • le infografiche e le liste sono i format maggiormente condivisi;
  • 10 è un ottimo numero per la grandezza di una lista o elenco puntato;
  • le fonti affidabili ed autorevoli ispirano maggiore fiducia e tendono ad essere più condivise;
  • l’Influencer marketing fa la differenza;
  • promuovere di nuovo vecchi post è una pratica efficace;
  • martedì è il miglior giorno per pubblicare contenuti e generare condivisioni social.

 

Invece, l’esempio di Upworthy ha evidenziato come il fattore chiave per la viralità non sia tanto la freschezza del contenuto quanto il lavoro che si fa su di esso.

Ciò si traduce in una selezione di contenuti di qualità, un restyling completo della forma, un perfezionamento della UX, un favoreggiamento di pratiche di marketing automation, un focus 99% sul Facebook Marketing ed un occhio costantemente rivolto ai test di ottimizzazione.

In questo modo, vedrai aumentare notevolmente le tue probabilità di creare un post virale, grazie anche ad un pizzico di fortuna.

E si sa, la fortuna aiuta gli audaci!

Se ti è piaciuto l’articolo e non l’hai già fatto, una condivisione social di questo articolo è d’obbligo. Perciò, fallo ora, condividi il post sui tuoi social preferiti!

Cosa ne pensi di questi punti? Credi ce ne siano altri che meritano altrettanta importanza? Scrivilo nei commenti!

Alla prossima,
Gerardo

About the author / Gerardo Forliano

Computer Engineer, Growth Hacker & Lead Generation Specialist. Appassionato di arte e viaggi. Nomade Digitale. “Keep Pushing". Scopri il Growth Hacking sul mio blog personale GerardoForliano.com.

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