Intervista a Vittorio Di Stefano

Intervista a Vittorio Di Stefano

Oggi pubblico un’intervista a Vittorio di Stefano, Social Media Strategist che ci aiuterà a capire un po’ meglio cosa sono e dove stanno andando i social media.

 

Chiara: Ciao Vittorio, è un piacere averti come ospite su ItaliaSocialMedia. Raccontaci un po’ come è nato il tuo interesse per i social media.

 

Vittorio: Ciao Chiara e grazie mille per l’invito qui su ItaliaSocialMedia. Mi presento ai lettori del tuo blog. Sono Vittorio Di Stefano e mi occupo di Social Media Marketing e Digital Strategy. La mia passione per i social media nasce tra la fine del 2008 e inizio 2009 quando ancora Facebook non era come lo conosciamo oggi e i Social non erano ancora stati collocati in maniera davvero strategica all’interno dei piani di Marketing delle aziende.

A quel tempo mi restavano pochi esami in università, e avevo una gran voglia di uscire fuori dalle mura accademiche per andare a vedere cosa stava accadendo “la fuori” sentivo che c’era grande fermento nel mondo della Comunicazione Digitale, e che nuovi Trend Tecnologici provenienti dall’America e non solo avrebbero presto investito anche il nostro bel stivale italiano.

 

Ero quasi intento a mollare per andare a fare qualche esperienza in agenzie di comunicazione e cominciare a mettere davvero le mani in pasta. Ma mentre componevo il mio piano di studi per l’anno a venire (era il 2008) inserì tra i corsi che mi avrebbero permesso di completare i miei crediti formativi il Corso di Didattica In-Line e Informatica Applicata alla Comunicazione Scritta. È li che conobbi il caro Professor Degli Antoni, che divenne successivamente il relatore della mia tesi, nonché mio mentore.

È a lui che devo il coinvolgimento in attività universitarie che cambiarono il mio approccio alla vita accademica e mi avvicinarono al mondo del Web 2.0 e alle prime versioni dei Social Media.

Ricordo che alla prima lezione di Didattica-InLine ci disse:

 

“A questa corso i libri non esistono, non dovrete comprare nessun libro, la conoscenza è già in rete, pertanto organizzatevi in gruppi, datevi un nome e un motto e mettete in comune i vostri interessi e le vostre capacità, e lavorate a un problema che volete risolvere. È sulla base della vostra capacità di analisi e di risoluzione che vi valuterò.”

 

Un attimo dopo poi disse:

“Io sono ormai un po’ vecchio e acciaccato, ho bisogno di due referenti per questo corso che curino uno spazio in cui raccogliere, via via le indicazioni di rotta che vi darò. Quindi chi vuole farsi avanti?”

Ecco a quel punto non ci pensai neppure due volte alzai la mano, e ottenni quello che probabilmente per tutto quel semestre divenne il mio primo lavoro in qualità di Community Manager e Content Creator. E il Prof. GDA divenne a tutti gli effetti il mio primo Capo!

Da lì il Prof. GDA ci disse che avremmo dovuto creare il nostro primo Gruppo su Facebook attraverso il quale avremmo coordinato le comunicazioni e i materiali di studio con i referenti di tutti gli altri gruppi del corso. Fu questa la prima richiesta del boss, e così creai il mio primo account Facebook e il mio primo Gruppo. Da li non passo molto e pochi giorni dopo inaugurai il mio primo Blog su Blogger di cui ancora vi è traccia e che si chiama Wiittorio’s Groove.

E nella primavera di quell’anno lancia il mio primo tweet e divenni moderatore del forum studentesco.

Ecco è andata all’incirca così. Credo proprio di dovere al caro Prof. Degli Antoni la mia iniziazione e coinvolgimento nel mondo dei Social Media, è grazie a lui che cominciai a considera questi nuovi canali, non solo come canali di semplice intrattenimento, ma come dei potenti mezzi di scambio e di co-crezione.

Anche se a quel tempo non riuscivo ancora del tutto a comprendere come questi mezzi avrebbero aiutato le aziende ad aumentare la loro notorietà di marca e la produttività. Decisi allora che avrei dovuto approfondire il tema e così alla fine di quell’anno (2009) comincia a lavorare alla mia tesi sperimentale dal titolo: “Dall’Impresa all’Enterpise 2.0: Come i Social Media stanno cambiando il modo di fare impresa” è li che il mio interesse per i Social assume una connotazione non più esclusivamente accademica ma anche pratica, il cui risvolto finale fù la creazione di un ESN. Un Enterprise Social Network presso una importante Digital Company Milanese.

 

Ricordo a quel tempo che il mio caro Prof. nonché mio mentore, che saluto, il Professor Giovanni Degli Antoni, mi disse:

“…non ti preoccupare, è normale che tu adesso non capisca bene quello che sta accadendo, ti stai preparando a lavorare in un mercato che ancora non esiste, e tu farai parte di una nuova categoria di figure che ancora non c’è.”

 

Chiara: Di cosa ti occupavi presso Balance Consulting?

Vittorio: In Balance Consulting ho fatto parte del Digital Team. Ovvero un team composta da 4 elementi con competenza trasversali sul mondo della comunicazione digitale. Balance in quel periodo aveva bisogno di rinnovare la propria comunicazione in rete e si apprestava a intraprendere un percorso di Digital Trasformation sia interno (partner e risorse) sia esterno (clienti e fornitori) e introdurre nuove piattaforme di Social Enterprise. Nella specifico mi occupai della ricerca e selezione di piattaforme di Social Collaboration (Clearvale, Chatter) utili agli scopi aziendali, con l’intento di mettere in comunicazioni le varie divisioni sparse sul territorio, e costituire attraverso questi tools nuovi spazi condivisi dove accedere alla Knowledge Base aziendale. L’intento era quello di replicare il modello e le dinamiche dei social network per agevolare la connessione e le relazioni tra i vari reparti al fine di velocizzare lo sviluppo idee e soluzioni innovative.

 

Chiara: So che fai docenze, ma puoi spiegarci un po’ meglio?

 

Vittorio: La mia esperienza in qualità di docente comincia quest’anno all’interno dei MasterSIDA di SIDAGroup. Società di servizi integrati che lavora nel settore della Formazione d’Impresa il cui obiettivo è formare allievi in linea con le più recenti richieste del mercato. Non a caso L’Executive Master in Web Marketing, Social Media & Graphic Design è quello che sta riscuotendo un grande successo tra il pubblico. All’interno del Master curo il modulo in Social Media Marketing Strategy e Web Reputation.

Chiara: Come spieghi i social ai tuoi studenti?

Vittorio: A me piace sempre partire dall’origine delle cose e pertanto la prima cosa che chiedo ai miei studenti è:

“Vi siete mai chiesti che cos’è la “Comunicazione”?

E perché si fa Comunicazione Digitale?

 

Sembrerà banale, ma sono proprio le cose banali che non dovrebbero essere mai date per scontate! E infatti la prima reazione è del tipo: “..no dai, non può avercelo chiesto davvero..” eppure nella maggior parte dei casi si ha un idea troppo articolata di una parola cosi semplice, in fondo basta andare a recuperarne la sua etimologia, ovvero la sua origine, infatti comunicare significa:

“costruire, legare, è composta dalle particelle cum=con e munire=legare, in latino era anche communicare rendere comune fare partecipe.”

Ecco è proprio questa la parte della definizione che mi piace di più “rendere comune, fare partecipe”

 

Una volta che chiarisco questo è come se si accendesse una lampadina tra i miei studenti, da qui produco il primo dato stabile che è anche un mantra di tutto il mondo Social Media Marketing e cioè che:

“I Social Media non servono a vendere, non direttamente almeno, il vostro obiettivo in tutte le azioni di SMM che farete dovrà essere guidato da questo dato stabile: rendere comune fare partecipe. Chi? Il vostro pubblico naturalmente. Con quale obiettivo? Lo scopo è quello di creare relazioni di lunga durata sulle quali andare a poi a coltivare i semi della vostra offerta di servizi e prodotti”

 

La modalità con la quale questa relazione si struttura ricade nell’ambito della Strategia Digitale, che a sua volta si compone di una varietà di tattiche. Invece il modo in cui rendiamo comuni le informazioni e facciamo partecipe il nostro pubblico si colloca nell’ambito della Content Curation.

 

I Socia Media sono solo una parte degli strumenti che oggi un Digital Marketer può adoperare per raggiungere i propri obiettivi di progetto. Il loro più grande potere stà nella loro meravigliosa fusione tra socialità e tecnologia che ha democratizzato l’informazione e innescato una gigantesca conversazione globale. E dato che i mercati sono conversazioni per citare il sempre verde “ClueTrain Manifesto” vai dove le persone stanno conversando, è li che saranno i tuoi prossimi clienti. Ed è questo che fanno i Social Media, ci permettono di capire dove e di cosa si sta parlando. L’abilità di in Social Media Manager è proprio quelle di connettersi in maniere armoniosa e coerente a questo gigantesco flusso.

 

Chiara: Come vedi il ruolo dei social nelle aziende italiane?

 

Vittorio: Lo scenario odierno sul ruolo dei social in azienda è sicuramente molto interessante e fa ben sperare. La cosa positiva a mio avviso è che forse abbiamo superato quella famosa barriera di cui si parlava anni fa quando i primi progetti sui social media prendevano forma. E cioè una barriera per lo più culturale che tecnologica. Oggi i manager, dalle grandi alle piccole e medie imprese sanno che nel gran canale dei social media vi è un elemento prezioso i dati e le connessioni dei loro attuali e futuri clienti. Sanno che è su questi dati che si dovrà lavorare sempre meglio. E pertanto servono figure in grado di interpretarli, dividerli ed associarli ad altri di dati ovvero quelli interni all’azienda. Oppure strumenti come la targetizzazione delle Facebook Ads per esempio ci permettono oggi di avere un sofisticata profilazione dell’utente e di cucire sui suoi gusti e desideri il nostro prossimo prodotto o servizio. Pertanto il ruolo dei social in azienda sarà sempre più strategico e mi azzarderei a dire scientifico.

 

Chiara: Trovi siano un fenomeno in crescita, in calo o in stallo?

Non credo che i Social siano un fenomeno che passerà di moda, anzi credo che si adatteranno sempre di più a nuovi sistemi tecnologici che le Big Company dell’industria lanceranno nei prossimi anni. Inoltre il Social è sempre più mobile. Se probabilmente Facebook rallenterà di qualche piccolo punto percentuale la sua corsa al raggiungimento del prossimo miliardo di utenti, è anche vero che dall’altro lato l’utenza delle social app di messaggistica istantanea cresce velocemente. App quali Snapchat, Telegram, è il più popolare Whatspp sono entrate a fare parte a tutti gli effetti delle nuove pedine con cui organizzare la propria strategia sulla scacchiera del marketing. A mio avviso i Social Media cresceranno e si evolveranno ancora molto.

 

Chiara: Trovi che le aziende italiane abbiano colto le potenzialità dei social media o sono ancora incerti sul loro valore?

 

Le aziende italiani potrebbero fare delle grandi cose se solo considerassero i Social Media come un’opportunità piuttosto come qualcosa di cui avere ancora timore. Personalmente la percezione che ho è che ancora va fatto del lavoro in questo senso per mostrare la bontà è il valore che i social possono apportare, se ben adoperati, nel business delle aziende. Il nostro lavoro dovrà anche essere un lavoro di educatori del digitale. Il digitale è un linguaggio che fino a pochi anni fa non esisteva. Aiutare le aziende e le stesse risorse aziendali a imparare questo nuovo linguaggio è anche la nostra missione.

 


Chiara: Come vedi invece gli utenti?

Sugli utenti vale quanto detto prima. Formazione anche per loro. Molto spesso noto tra gli amici e i famigliari che l’uso che si fa dei Social Media è un uso per lo più passivo, televisivo direi. Molti utenti, escludendo operatori e addetti ai lavori, non sono mai entrati nel loro pannello della privacy su Facebook. Non conosco o fanno fatica a usare un social come Twitter. Ecco credo che dei Fondamenti di Comunicazione Digitale andrebbero insegnati fin dai primi anni nelle scuole, insieme alla programmazione e all’inglese ovviamente. Hai presente il detto inglese: “The more you learn, the more you earn” ? Ecco questa idea per me vale tanto per le aziende quanto per le persone. Da persone e aziende preparate possono derivare prodotti e soluzioni miglori.

 

Chiara: Qual’è a tuo parere la piattaforma più usata e quali invece quelle meno usate ma dalla crescita più rapida?

Naturalmente il re indiscusso rimane Facebook. Potremmo considerare Il social network di Mark Zuckerberg la piazza di internet. Una piazza affollata direi, che cresce ogni anno di più. Le persone quando si danno appuntamento su Internet è li che si incontrano. Riguardo alla piattaforma meno usata ma che stà subendo una grande crescita direi assolutamente Instagram e Snapchat.

Chiara: Grazie mille a Vittorio per questa interessantissima intervista, alla prossima!

About the author / Chiara Grassilli

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